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L'auto aziendale torna in auge tra imprese e professionisti

 

È così che nonostante gli ultimi mesi di incertezza fiscale, il settore del noleggio veicoli ha ripreso a correre arrivando a stimare una chiusura d'anno con un fatturato in rialzo dell'8% a 4,4 miliardi di euro. Non solo.

Il Noleggio a lungo termine

A fine 2007 il numero complessivo della flotta circolante dovrebbe arrivare a contare qualcosa come 658 mila vetture rispetto alle 606 mila della fine dello scorso anno mentre il numero di immatricolazioni sembra orientato a chiudere l'anno in rialzo del 5% rispetto al 2006 a quota 340 mila tra auto e furgoni, pari al 12% del mercato nazionale. «Dopo aver archiviato un 2006 in crescita», ha spiegato Gianluca Soma, presidente di Aniasa, l'associazione degli operatori dell'industria dell'autonoleggio, «abbiamo affrontato un primo quadrimestre molto difficile con larga parte della clientela disorientata da una normativa fiscale sull'auto in continua modifica. Il settore ha saputo gestire ottimamente questa fase delicata, ha aggiunto Soma, venendo incontro alle differenti esigenze della clientela e delineando un risultato molto positivo per il 2007».

Ma è senza dubbio il fleet management la vera star del settore dell'autonoleggio in Italia. Sempre più aziende hanno fatto la scelta di dismettere il proprio parco auto per affidarne la gestione a società esterne ottenendo un risparmio medio calcolato nel 15-18% rispetto all'auto di proprietà e tra l'8 e il 10% nel confronto con il leasing. E questo grazie alle economie di scala che permettono di ottenere sostanziosi risparmi per ognuna delle componenti del noleggio a lungo termine: acquisto dell'auto, assicurazione e manutenzione. Oltre a questo, il ricorso al noleggio di flotte aziendali consente di eliminare l'immobilizzazione del capitale circolante per l'acquisto di veicoli, garantisce alle imprese di conoscere con certezza il costo di gestione dei propri veicoli ed elimina il rischio di svalutazione di asset aziendali.

È per questo che nel primo semestre del 2007 il fleet management ha registrato una crescita del 10% dei veicoli gestiti e un ancora più significativo +15% sul fronte del fatturato; percentuale che, secondo le stime di Aniasa, dovrebbe confermarsi anche per l'intero esercizio 2007 per cui si prevede un giro d'affari complessivo di 171 milioni di euro contro i 148 registrati un anno prima.

Ed è così che negli ultimi 12 mesi è cresciuto il numero dei nuovi operatori che si sono affacciati sul mercato aumentando il livello di flessibilità sul fronte dell'offerta. «Il servizio è oggi offerto anche dalle case automobilistiche e dai concessionari ed è utilizzato da vari soggetti», avvertono gli esperti di Aniasa. «Non solo dalle aziende di differenti dimensioni che hanno veicoli in proprietà o in noleggio o in leasing, ma anche dalle stesse imprese di noleggio o di leasing finanziario che conferiscono in outsourcing anche solo una parte dei servizi offerti».

Ma quali sono le vetture a noleggio più gettonate dalle imprese italiane nei primi sette mesi dell'anno? La rinnovata offerta del Gruppo Fiat ha fatto sì che le piccole e medie vetture torinesi si siano imposte ai primi tre posti della classifica, con la Grande Punto in pole position (18% del totale del mercato), seguita dalla Panda (10%) e dalla Alfa Romeo 159 (8%). Segue Volkswagen con la Passat (7%), Ford Focus e Fiat Croma con il 6% e Fiat Bravo con il 4%. «Il successo di auto di piccole e medie dimensioni ai primi posti della classifica è in gran parte dovuto alla tendenza al downgrading legata alle incertezze sul fronte fiscale che hanno caratterizzato i primi mesi dell'anno e hanno in parte disorientato le aziende clienti», hanno ammesso gli esperti di Aniasa.

Il trattamento fiscale

La legge 3 agosto 2007 numero 127 ha apportato sostanziali modifiche alla disciplina delle auto aziendali, già modificata dal decreto legge 3 ottobre 2006, numero 262. Questo provvedimento aveva fortemente ridotto la deducibilità delle auto aziendali ai fini delle imposte sui redditi, per cercare di coprire i maggiori oneri derivanti dalla sentenza della Corte di giustizia europea del 14 settembre 2006, che aveva dichiarato incompatibile con la sesta direttiva Iva la limitazione del diritto alla detrazione dell'imposta sulle auto e sulle spese connesse. Adesso, con riguardo al reddito del lavoratore dipendente, la tassazione del fringe benefit derivante dall'uso privato dell'auto aziendale viene determinata assumendo il 30% dell'importo corrispondente a una percorrenza convenzionale di 15.000 chilometri calcolato sulla base delle tabelle Aci, al netto delle somme eventualmente trattenute al dipendente.

Per il reddito di impresa, si stabilisce che l'azienda possa dedurre dal proprio reddito il 90% delle spese e degli altri componenti di costo relativi all'auto assegnata al dipendente. Per le auto aziendali non strumentali, indeducibili dal reddito di impresa secondo il decreto collegato alla Finanziaria 2007, viene adesso riconosciuta una deducibilità pari al 40% delle spese e degli altri componenti negativi.

È stato invece portato dal 25 al 40% il limite massimo di deducibilità dei costi relativi alle auto utilizzate dagli esercenti arti e professioni. Rimane, invece, ferma all'80% la percentuale di deducibilità applicabile agli agenti e rappresentanti di commercio. Nonostante la marcia indietro compiuta dal governo in materia di tassazione della auto aziendali rispetto al decreto legge dell'ottobre 2006, la situazione italiana rimane alquanto svantaggiosa da un punto di vista fiscale rispetto alle grandi economie di Eurolandia.

In Francia, Germania Inghilterra e Spagna la legge prevede infatti la detraibilità dell'Iva al 100% oltre alla deducibilità illimitata del costo di acquisto delle vetture per le imprese tedesche e spagnole e di un massimo di 18.200 euro per quelle francesi e britanniche. È anche per questo che, secondo i dati elaborati da Unrae (Unione nazionale rappresentanti case estere) le immatricolazioni di auto aziendali costituiscono in Spagna il 38% del totale, in Francia il 42%, in Germania il 53% e in Gran Bretagna addirittura il 56% nel 2006 contro appena il 28% registrato nel Belpaese.

I rimborsi IVA

Rimborsi Iva auto in dirittura di arrivo. Stilata la lista dei contribuenti che hanno diritto alla restituzione dell'imposta comunitaria assolta sulle auto aziendali. Il maggiore credito Iva è riconosciuto in misura forfettaria sugli acquisti di veicoli avvenuti nel triennio 2003-2006 (fino al 13 settembre) in regime di indetraibilità totale. Il passo successivo, e finale, sarà rappresentato dal pagamento dell'importo riconosciuto. Circa le modalità di riversamento da parte dell'Agenzia delle entrate ancora non si conoscono le modalità operative.

Allo stato attuale pare sussistere un'unica certezza, ovvero che l'amministrazione finanziaria non riconoscerà la possibilità di compensazione, vista l'esplicita esclusione normativa, ma preferirà altre forme di regolazione finanziaria.

In ogni caso, alla scadenza del 22 ottobre, le istanze presentate ammontavano a quasi 230 mila, per un importo complessivo di 834 milioni di euro che le casse dell'erario sembrano in grado di sostenere, considerata una diffusa sovrastima delle potenziali richieste e le somme accantonate a tal fine.

Ad ogni modo, si tratta di un primo screening che non tiene conto delle istanze che verranno presentate dalle grandi imprese. In effetti, stante l'importante dotazione del parco auto di queste ultime, sicuramente le stesse si avvarranno del rimborso integrativo dell'Iva la cui specifica richiesta di restituzione può essere inoltrata dagli interessati entro il 15 novembre 2008.

Fonte: ItaliaOggiSette

di Gabriele Frontoni e Sergio Mazzei

 

 

 
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